Il 3 giugno 1990 in Italia i cittadini furono chiamati a votare per tre referendum promossi dal Partito Radicale, dai Verdi, dal Partito Comunista Italiano, da Democrazia Proletaria, da Sinistra Indipendente, da Lega Italiana Protezione Uccelli, da Legambiente e (solo per i due quesiti sulla caccia) dal Partito Socialista Italiano per abrogare la norma che disciplina la caccia, eliminare il «diritto» dei cacciatori al libero accesso della loro attività nei fondi agricoli e abrogare la norma che consentiva al Ministro della Sanità il potere di stabilire quale fosse il limite oltre il quale un dato prodotto cominciava ad avere effetti nocivi sull'organismo. Per i sostenitori del referendum i limiti dovevano essere stabiliti in base a criteri medico-scientifici, perché convinti che spesso interessi diversi da quelli della tutela della salute del cittadino provocavano l'innalzamento del limite di tolleranza.