Nel 1998, sotto la autorevole direzione di Virginio Bettini, vengono organizzati dal Comitato Parco due seminari presso la saletta del Bar Bianco in Cansiglio e successivamente, dal 3 all’8 giugno, nella stessa sede, uno residenziale curato dallo IUAV di Venezia dal titolo, “Un Parco Interregionale per il Cansiglio”. Di quest’ultimo, Viginio Bettini tenne la relazione introduttiva e fu co-editor della Premessa metodologica degli atti che ne seguirono.
Nei dibattiti che suscitavano le proposte di istituzione di un Parco, i problemi connessi alla gestione delle aree protette, le contrapposizione tra posizioni ancorate alla stretta tutela ambientale ed altre volte a coniugare tutela e sviluppo, il ruolo da assegnare agli Enti locali in rapporto ad un sistema normativo nazionale, il prof. Bettini individuava, nella complessità del tema, un generale, chiaro e forte punto di riferimento: “l’unica gerarchia , o meglio scala di valori, tra le aree protette è quella che deriva dai valori che in ognuna di esse sono racchiusi, a prescindere dal tipo di ente di gestore. Un parco, per definizione, non può essere omogeneo traendo i valori che lo contraddistinguono proprio dalle varietà e dalle anomalie che racchiude.”
Questo principio, tratto dalla Premessa metodologica al Seminario residenziale, aveva per il prof. Bettini una particolare importanza anche per il progetto di Parco per il Cansiglio, per la centralità degli specifici, complessi sistemi ambientali qui presenti, frutto di adattamenti a dinamiche naturali e/o a fattori di disturbo esterni. Conseguentemente a ciò il progetto avrebbe dovuto “individuare i tanti strati di eterogeneità, rivedere il difficile concetto di habitat, approfondire il paesaggio come percezione umana di landscape (ovvero estensione verso l’alto e verso il basso del paesaggio), liberando il paesaggio dai significati puramente estetizzanti”. Raccogliendo spunti presenti nelle diverse relazioni la Premessa individuava poi nel concetto di Sistema Ambientale il concetto in grado di coniugare la valenza ambientale generale con la presenza dei diversi organismi viventi e, a tale scopo, la necessità di “selezionare i processi di interesse e per ciascuna categoria, in base alla diversa percezione che ha del paesaggio, strutturare un parco (per l’aquila, per il lupo, per l’uomo) che non si riduca ad un progetto gestionale, ma che costituisca un insieme di linee guida per le autorità locali finalizzato alla realizzazione di un progetto aperto mosaico di più interventi”.
Virgilio Bettini: CANSIGLIO CARDINE DELLA CONNETTIVITA